Lifestyle - 15 lug 2025

“Si prega di lasciarlo meglio di come l’hai trovato”: edizione ferie

È arrivata “quella stagione lì”, e con il solito cimento - tra partenze intelligenti (esistono ancora?) e influencer ai quali credere ciecamente - stiamo partendo per le vacanze.

E le vacanze sono relax, libertà, scoperta. Sono sovvertimento della quotidianità, interruzione della normalità, arricchimento: specie se hanno a che fare con un viaggio o, a dirla tutta, con una qualunque uscita dalla famigerata zona di comfort. Il viaggio, disse David Le Breton, non si fa: è il viaggio che ci fa e ci disfa, e ci inventa. Soprattutto - questo il sociologo non lo ha specificato - quando ci confrontiamo con un bagno che non sia il nostro.

Il bagno roulette russa

Un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo, e allora noi iniziamo proprio dal viaggio. Questo punto vale per l’autogrill come per il bagnetto della piccolissima stazione di rifornimento - quello riservato ai dipendenti, ma se glielo chiedi per piacere la chiave te la passa sopra al bancone. La mano sulla maniglia, una leggera pressione, la porta che si discosta: fino a questo momento, nessuno può dire in che condizioni lo troverete. Nel dubbio, meglio ripassare il tema della statistica dei bagni, alla voce: “quale bagno pubblico conviene scegliere”.

Il bagno a quattro ruote

Sempre più italiani noleggiano van e camper per le proprie vacanze. E tra il fascino dell’on the road, l’affrancamento dai costi del pernotto in hotel e l’idea di fare colazione in cima a una scogliera, ne hanno ben donde. Poi però serve fare i conti con i servizi igienici. Stretti, minimali e ben piazzati al centro del mezzo: il punto ideale perché le correnti d’aria possano captare e diffondere ogni aroma.
Come nota collaterale, sappiate che nel mondo camper iniziano a diffondersi i WC che inceneriscono i rifiuti. Attenzione agli oggetti che ci cadono dentro inavvertitamente!

Il bagno in campeggio

Siete nella natura, e questa è cosa capace di farvi sorvolare su molte più cose del normale. La vostra tenda è fresca sotto agli alberi - oppure avete affittato una yurta glamping con i cuscini e il cameriere che vi porta la colazione - insomma, tutto è perfetto e rilassante. Andate ai servizi igienici: sono puliti e profumati. Entrate nello stallo, fate i vostri bisogni, il benessere è alle stelle. Poi uscite, e vi rendete conto che la clientela media del posto è formata da europei con la passione per la filosofia FKK, più semplicemente conosciuta come nudismo. Segue imbarazzo e ritirata strategica.

C’è un motivo (almeno) per cui le facciamo rosse

Sabbia, sole, pattini e costumini. E niente, vi avevano detto di non fare il bagno prima che tre ore fossero passate dal gelatino. Ora avete i crampi allo stomaco, per cui è meglio correre di filato ai bagni. Solo una nota: anche nell’obnubilamento addominale, scegliete correttamente tra cabina toilette e cabina spogliatoio altrui. Pena un finale fantozziano. (C’è un motivo per cui le facciamo rosse.)

Mazzetti di lavanda e pennellate di bianco

Se frequentate i B&B della provincia italiana, avrete notato negli ultimi anni un’evoluzione del gusto estetico: lo shabby chic la fa ormai da padrona anche nei bagni, tra credenze della nonna e antichi pitali (solo per uso decorativo), una frase sul senso della vita dipinta su un coperchio di latta, la carta igienica in un cesto di vimini. È il primo giorno di ferie e le vostre occhiaie dicono impietosamente burnout: lo specchio decapato, gentile, vi dirà che avete un look vintage.

La vostra carriera alpinistica inizia qui

C’è un filone per cui ci si lamenta che alcuni rifugi di montagna stanno passando al lato oscuro della ristorazione: proposte culinarie avulse dal territorio, ingredienti a “chilometro 1000”, costi ben proporzionati. È montagna, questa? Così si chiede il tradizionalista. Perché il rifugio è modestia, semplicità e attenta gestione delle risorse. Prima di entrare in bagno, controllare che non ci sia un cartello che vi invita a non tirare lo sciacquone perché l’acqua è razionata. Una nota olfattiva simpatica: per lo stesso motivo la doccia potrebbe non essere disponibile, e la notte in camerata diventare un’esperienza al limite dello psichedelico.

Avvocati di noi stessi

Con l’estate, puntuali come l’happy hour del mojito, arrivano sui social i post che tentano di rispondere all’annosa domanda: possiamo usare il bagno di un bar anche senza consumare? La tagliamo corta: no, non potete. O meglio, la legge non obbliga il ristoratore a metterlo a disposizione, e nessuno vi dà il diritto di abusare delle recensioni negative.

Learning to fly

Sui bagni dei voli intercontinentali è stato scritto tutto e di più, e allora ci limitiamo a farvi riflettere su un punto: davvero il costo aggiuntivo della scelta del posto è insostenibile, a fronte di un passaggio incessante di passeggeri standard, passeggeri incontinenti, passeggeri con bambini indiavolati, passeggeri con bambini indiavolati e incontinenti, hostess e steward con corredo di carrelli di servizio?

Nel cuore della sociologia italiana

Abbiamo iniziato citando un sociologo, e allora andiamo a chiudere portandovi dove lo stesso sociologo potrebbe scrivere un intero trattato: alla sagra estiva. Dalle 19 alle 24 - la musica rigorosamente si ferma a mezzanotte - i dintorni dei bagni sono terra di nessuno. La fila è quanto di più rutilante possiate immaginare: mamme armate di salviette umidificate, comari in ciabatte, giovani alle prime sbandate alcoliche, musicisti della cover band di grandi successi italiani, signorotti lamentosi nei confronti della coda alla cassa, del servizio, del punto di cottura delle costine, di aver vinto come tutti gli anni le solite presine alla pesca.

Qui il bagno mobile è un osservatorio, un presidio culturale, un baluardo di civiltà. Se i Sebach potessero parlare!