Sostenibilità - 05 mag 2022

Tessa Gelisio e l’ambiente: una volta che sei consapevole, non puoi fare finta di niente.

Quando hai una famiglia attenta alle problematiche ambientali, non puoi fare a meno di appassionartene. Addirittura fin da bambina, come è successo a Tessa Gelisio: rispetto ambientale e sensibilità ai temi della sostenibilità fanno parte da prestissimo del suo bagaglio.

Lo vedete nel suo lavoro, dove le tematiche green sono una costante: nei programmi che conduce come giornalista televisiva (Sereno Variabile, Italia che vai, Pianeta Mare, Lo spettacolo della Natura), così come nei suoi libri (Guida ai Green Jobs, Risparmiare in shopping, Risparmiare in viaggio) e in Ecocentrica, il blog che racconta come piccoli trucchi possano contribuire alla salute del Pianeta, rendendoci nel contempo felici.

Nel 2019, si aggiudica il premio Top Italian green influencer nella categoria Lifestyle e, dopo aver partecipato attivamente a progetti promossi da WWF, Amici della Terra, Legambiente e centri per la tutela di specie selvatiche, nel 2004 fonda e assume la presidenza dell'associazione forPlanet Onlus, che sviluppa progetti di conservazione ambientale e promuove pratiche e prodotti che mirano a uno sviluppo sostenibile della società.

C’è feeling tra Tessa e Sebach? Certo che sì, perché parliamo un linguaggio simile. Durante la chiacchierata, discuteremo infatti di responsabilità sociale ed ambientale delle aziende, della questione rifiuti, del corretto uso dell’acqua. Tema quest’ultimo molto caro a Sebach, dato che da sempre siamo impegnati nella riduzione del flusso d’acqua necessario a igienizzare i nostri bagni mobili.

Infine, parleremo di economia circolare, argomento centrale nel dibattito sulla sostenibilità. E, anche in questo caso, il nostro impegno è concreto, dato che i bagni Sebach sono riciclabili al 95%.

Intervista a Tessa Gelisio

Quanto è importante per te essere green?

È fondamentale. Quando si ha la consapevolezza delle problematiche ambientali, non si può far finta di nulla. Se so che ogni volta che faccio la lavatrice con capi sintetici emetto delle microplastiche, così mi pongo il problema e cerco già nella mia quotidianità di modificare i miei comportamenti e i miei acquisti. In questo modo contribuiscono alla risoluzione di un problema ambientale o, per lo meno, a non crearlo.

Nel libro che hai scritto insieme a Marco Gisotti, 100 green job per trovare lavoro, parli di “Economia circolare ancestrale”, cioè del fatto che sin dai tempi dell’Antica Roma, i rifiuti sono sempre stati riutilizzati, perché visti come una ricchezza. Credi che sia arrivato il momento di rivalutare gli scarti?

Assolutamente sì. Non esistono rifiuti, esistono risorse. In natura è già così: non ci sono rifiuti in natura. Quello che è rifiuto per qualcuno è una risorsa per qualcun altro. Gli ecosistemi funzionano in maniera circolare: la materia circola, si trasforma, si rigenera. Tante imprese ci sono arrivate soltanto ora grazie al costo dei materiali, delle materie prime e al costo energetico. In un modo o in un altro stanno capendo che tutto quello che scartano in realtà è una grande risorsa!

Oltre al riutilizzo e al riciclo, dovremmo anche imparare a preservare alcune risorse fondamentali, una su tutte: l’acqua. Quali sono i gesti che si possono fare quotidianamente per non sprecarla?

La prima R della buona gestione della materia è proprio ridurre, quindi dobbiamo ridurre gli sprechi, poi riutilizzare, poi riciclare. Per ridurre gli sprechi di acqua si possono fare tante cose, per esempio una doccia che duri non più di cinque minuti; evitare di innaffiare piante, giardini o orti a mezzogiorno quando è estate, cosa che non fa nemmeno bene alle piante; non lavare la macchina con la pompa dell’acqua… e poi, soprattutto, attenzione ai consumi indiretti, perché noi calcoliamo quanta acqua stiamo consumando in quel momento, ma quando acquistiamo un prodotto o un alimento, ci chiediamo quanta acqua è stata consumata? Ci sono degli alimenti che ne consumano tantissima. Penso, per esempio, alla carne rossa: un chilo di carne rossa sono 15 mili litri d’acqua. Quindi sarebbe necessario ridurre anche quel tipo di alimento.

Secondo te, quanta responsabilità sociale e ambientale hanno le imprese private in questo momento?

Per fortuna si parla sempre di più di sostenibilità. Purtroppo, però, tante imprese non hanno al loro interno delle competenze in materia di sostenibilità e di ecologia e spesso si rivolgono a consulenti improvvisati. Risultato? Comunicano pensando di essere sostenibili, ma in realtà stanno facendo solo green washing. Ma il problema non è solo questo, è anche il fatto che non si innovano nella maniera corretta. Avere una visione di sostenibilità e di ecologia implica sapere e capire in anticipo la direzione della società nel medio e lungo periodo. Se lo sai, come impresa, innovi per essere competitivo e adeguato al mercato del futuro. E tra l’altro sei anche un aiuto alla società, perché ogni giorno ti impegni per essere davvero più sostenibile.