
Swap party e moda sostenibile: quando vestirsi bene fa bene anche al pianeta
E se potessimo scambiare un abito che non ci piace con uno che ci fa impazzire, senza contribuire al girone dantesco dei resi, senza appesantire il Pianeta, e facendo felice qualcun altro? Spoiler: si può fare, con lo swap party!
L’errore che diventa virtuoso
La prima regola dello swap party è questa: il capo di abbigliamento che non indossi potrebbe essere il pezzo preferito di qualcun altro.
La seconda regola: obiettivo dello swap party è alleggerire gli armadi, cambiare look, divertirsi, e trasformare la moda in un gioco positivo.
Iniziamo con l’elenco delle situazioni che tutti conoscete.
L’abito del matrimonio: che farne, dopo il primo uso?
Gli amici vi hanno regalato una maglietta vintage dei Beatles, ma voi avete sempre scelto Rolling Stones. (Vale anche per Luke Skywalker VS Darth Vader, e per l’ennesimo Hard Rock Cafè London, quando alla vostra collezione manca Hard Rock Cafè Malta).
La camicia che in camerino vi faceva un figurino e ora, a distanza di qualche mese, ha i bottoni che combattono per la loro vita.
L’ultimo haul che avete fatto su Shein o Temu- no, ecco: questo proprio no, e facciamo finta che non vi abbiamo visti. Che fare, allora?
Il baratto che ci piace
Niente paura: questa non è una lezione di economia. Non parleremo degli uomini preistorici che scambiavano bacche per conchiglie colorate, né dell’arrivo dei banchieri senesi (anche se a fine articolo un po’ di Toscana la troverete) Parliamo invece della New York degli anni Sessanta. Secondo alcune fonti, i primi swap party si sono svolti qui: pratiche informali di scambio nate per “far girare” oggetti che ne stavano a prender polvere, senza ricorrere al denaro, e con il piacevole effetto collaterale della socializzazione tra vicini. Altra data chiave è il 1994, quando Suzanne Agasi — fondatrice di ClothingSwap.com — ha organizzato il primo clothing swap ufficiale a San Francisco, dando vita a una serie di eventi eco-chic e caritatevoli che hanno fatto scuola.
Il termine e la pratica moderna dello swap party - nel senso di incontro strutturato e associato alla moda sostenibile - si sono invece consolidati nel primo decennio di questo secolo, in seguito alla crisi del 2008. Perché sono piaciuti subito? Per quattro motivi almeno.
- perché permettevano di rinnovare i guardaroba in modo creativo e senza spesa;
- perché gli armadi alleggeriti meglio si coniugavano con una maggiore mobilità immobiliare;
- perché rispondevano alle nuove filosofie minimaliste (il primo libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino, è del 2011);
- perché meglio ancora si sposavano con una nuova mentalità, sensibile al consumo responsabile e al destino del nostro Pianeta.
Perché fare swap party
Per tantissimi motivi. In ordine sparso:
- perché un abito, una maglietta, un accessorio possono avere una lunga vita, e meritano di realizzarsi mettendo la loro bellezza a disposizione di chi la apprezza;
- perché ci sono capi di abbigliamento praticamente nuovi (errori di taglia, shopping compulsivo.. a chi non è capitato?) e che fai, li butti?
- perché oltre che una vita, i vestiti usati hanno una storia da raccontare,
- perché c’è un lato umano nello scambio dei vestiti, che diventa scambio di storie, sorrisi e consigli.
E perché l’industria dell’abbigliamento è responsabile del 10% circa delle emissioni globali di CO₂ (come tutti i voli internazionali e i trasporti marittimi combinati), e genera 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili ogni anno, tra capi dismessi, scarti di produzione e invenduti.
Ecco: proprio su quei capi dismessi possiamo intervenire - cosa che, indirettamente, potrebbe influenzare gli altri due punti.
Alla fine, lo swap è un piccolo gesto circolare: meno sprechi, più fantasia. E ci ricorda che la moda non è solo acquisto, ma è anche - forse soprattutto - racconto, condivisione e comunità. Lo sa bene chi aderisce al movimento Fashion Revolution, che promuove una moda più etica, trasparente e sostenibile.
Non sai da dove cominciare?
Di swap party se ne tengono ormai in molte città italiane. Se ci leggi dalla Toscana, potresti venire con noi al Festival Domani è ora - Il Festival della sostenibilità e delle abilità, che si terrà a Certaldo (FI) dal 26 al 28 settembre.
Domenica 28, in Piazza Boccaccio, il Mercato Vintage ci farà riscoprire il valore di un guardaroba consapevole. E all’interno di questo momento, ci sarà il corner Sebach con lo swap party!
Al motto di “non gettare i tuoi abiti nel cesso”, il party funzionerà così: dalle 11:00 alle 19, potrai venire a scambiare i tuoi abiti usati.
Le regole sono poche e semplicissime:
- si scambia a gettoni: un capo = un gettone, un gettone = puoi scegliere un altro vestito;
- vale ogni capo di abbigliamento e accessorio…
- … ma portane soltanto 5, e che siano ancora portabili (niente capi danneggiati, ed eventualmente prima lavali o fai prendere loro aria);
- non è un’asta di Sotesby: se un vestito piace a più persone, ci si accorda a colpi di sorriso!
- i capi che non sono stati scambiati verranno donati alle associazioni locali.
Tutto chiaro? Allora ci vediamo a Certaldo!
E per la prova abiti, vi aspetta la nostra cabina spogliatoio Top San!