Lifestyle - 29 ago 2025

La piccola filosofia del sentirsi a proprio agio o-vun-que

C’è chi “dove lo metti, sta” e chi proprio non riesce a uscire dalla propria zona di comfort.

Questo è un decalogo pensato per chi sta partendo, per chi è in viaggio, per chi progetta grandi itinerari e per semplicemente se ne va a fare un weekend fuori porta. L’obiettivo è dei più semplici, almeno a parole: far sì che siate a vostro agio ovunque.

Parola di filosofo

Il guru di turno parlerebbe di mindset, ma noi preferiamo rifarci a chi di calma se ne intendeva veramente. Per gli epicurei, l’atarassia è l’imperturbabilità; per gli stoici, l’apatheia è uno stato di equanimità razionale, che niente può scalfire; l’euthymia di Democrito è uno stato di tranquillità mentale, assimilabile a un mood da vacanza infinita. Il primo passo insomma è armarsi di una di queste: così che ritardi, bagagli smarriti e meteo incerto non ci guastino la vacanza.

Freschi come cetrioli

Cool as a cucumber, dicono gli inglesi. “Calmi e rilassati” se vogliamo proseguire il punto precedente, ma anche freschi e idratati. Il cetriolo è composto per il 95% di acqua, voi viaggiate sempre con la vostra borraccia.

Lo zainetto (ma non quello europeo)

A inizio anno, ha fatto parlare di sé lo zainetto per le emergenze così come raccontato dalla Commissione Europea. Spoiler: potrebbe essere iscritto tra le #cagatepazzesche 2025. Noi preferiamo stare con i piedi per terra. Viaggiate minimalista, selezionate con attenzione gli indispensabili, informatevi sugli oggetti specifici che potrebbero servirvi una volta raggiunta la meta. E al netto che non stiate viaggiando sul “Treno del ferro” mauritano che sta facendo impazzire i travel blogger, un carica per il telefono dovreste trovarlo un po’ ovunque.

Il feticcio

Marie Kondo non sarebbe d’accordo, e quel trolley ve lo rigirerebbe come un calzino… ma non siete obbligati a dare ascolto proprio a tutti. Soprattutto nei viaggi più lunghi e complessi, portatevi un oggetto del cuore. Un piccolo peluche da attaccare allo zaino, il cuscino del letto di casa se prevedete di cambiare decine di hotel, alcune bustine della vostra tisana rilassante, la playlist salva morale. Consiglio extra: se le dimensioni e il peso del vostro bagaglio lo consentono, portatevi un libro cartaceo.

Quello che vi suona giusto

C’è chi cerca il conforto della pizza ai quattro angoli del globo, e chi azzarda i peggiori street food locali. Chi mantiene lo stretto regime alimentare di casa, e chi svacca completamente. Giusto due mesi fa, i nostri inviati lungo la Via Francigena hanno osservato diversi pellegrini nordici fare la seconda colazione a suon di birre medie. Vale tutto, purché sia in sintonia con il vostro essere.

Quello che suona giusto agli altri

Sfoderate Google Translate solo quando davvero necessario, e fate come si faceva una volta: imparate qualche frase - qualche parola - della lingua locale. In genere spiana la strada a grandi sorrisi, empatia e situazioni irripetibili. Anche a qualche piatto che speravate di non vedervi servire… ma è bello anche questo.

Lasciate perdere le sfide

Ne vengono lanciate ogni giorno, ma non c’è bisogno di salire su ogni carrozzone. Un esempio? Solo qualche tempo fa, dei pazzerelli affrontavano lunghi viaggi aerei in modalità raw dog - senza il conforto di musica, film, libri. Oggi? Spariti. È il vostro viaggio: vivetelo come una cosa preziosa, non come il palcoscenico della Corrida, dilettanti allo sbaraglio. Il tuffo dalla finestra a cinquanta metri d’altezza sulla scogliera o la gara a provare ogni baracchino di alette di pollo piccanti di Città del Messico lasciatele ai professionisti.

Niente FOMO

E non vi lasciate prendere dalla foga di dover vedere tutto: il rischio è quello di tornare delusi e di non sentirsi all’altezza. Un sondaggio ha rilevato come il 67% dei viaggiatori arrivi a prenotare un certo viaggio proprio per la paura di perdersi qualcosa visto sui social. Alternativa sostenibile? Scegliete un numero plausibile di mete, di curiosità, di approfondimento. Il resto verrà da sé o - meglio ancora - diventerà il movente per un futuro viaggio.

Una tabella di marcia con qualche buco

Secondo Daisann McLane, autrice del National Geographic, “viaggiare è come un assolo jazz”. Benvenga, se vi dà sicurezza, il foglio Excel con la tabella di marcia scandita di quarto d’ora in quarto d’ora, ma tenetevi del tempo per seguire l’istinto, il naso, la pancia, le occasioni irripetibili, gli imprevisti e le probabilità. Spesso la magia nasce in quei momenti.

#nellmomentodelbisogno

Questo è il saluto con la lacrimuccia giusto prima che vi mettiate in coda ai metal detector. perché lo sapete… non possiamo accompagnarvi in giro per il mondo. Però vi lasciamo un pacchettino da aprire mentre aspettate al gate: contiene due nostri articoli da rileggere prima di partire (questo e questo), una boccetta di igienizzante per le mani e l’invito a vivere ogni cosa con quanto abbandono potete. Anche il cibo indiano 😛