Letture da bagno, Lifestyle - 04 apr 2024

L’umarello 3.0

Uno pensa che il mattone sia la cosa più statica del mondo, e invece: il cantiere si innova, le tecniche cambiano. Ma un personaggio rimarrà sempre uguale a sé stesso (o quasi).

Se non vi bastano i discorsi che ormai ogni giorno si fanno sul tema dell’innovazione - intelligenza artificiale su tutto - sappiate che anche il mondo dei cantieri, nel quale Sebach è attiva da quasi quarant’anni, è in costante evoluzione.
Grazie alla realtà virtuale, infatti, potete camminare dentro palazzi che esistono soltanto nei sogni degli architetti; per pianificare la costruzione di un edificio, i progettisti creano un “gemello virtuale”; esistono software che consentono di individuare un singolo bullone in un grattacielo, come in una versione potenziata del proverbiale ago nel pagliaio.
E l’umarello? No: lui non cambierà mai. Al massimo, si darà un’aggiornatina.

Breve storia dell’umarello

Da che mondo è mondo, quando lavori - non importa quale sia la tua attività - hai qualcuno alle spalle che commenta il tuo operato. E se c’è un ambito dove il “non si fa così”, il “faresti a meglio a farlo in quest’altro modo” e l’“ai miei tempi” (anche nella versione “io lo facevo diverso”) si esprimono al massimo, è proprio quello della cantieristica.
A pronunciare queste frasi è l’umarello, o meglio umarell stando alla grafia emiliana: l’uomo in età pensionabile che passa il tempo a guardare i cantieri - in genere quelli stradali - commentando il lavoro degli operai. Così ce lo descrive Wikipedia.
Noi ci aggiungiamo un paio di dettagli estetici: le mani incrociate dietro la schiena, il consiglio non richiesto “sparato” alla velocità di un Clint Eastwood d’annata.

Le date chiave della storia degli umarelli sono due. La prima è il 2005, quando il concetto diventa di pubblico dominio, supera i confini del Comune di Bologna e inizia ad essere usato in tutta Italia. La seconda è il 2015: il Comune di Riccione stanzia 11.000 euro perché gli umarell sorveglino i cantieri cittadini.

Insomma, dai primi cantieri - immaginiamo l’umarello che si è portato nella tomba il segreto della costruzione delle piramidi e che sicuramente avrà detto “secondo me, triangolare non tiene” - al XXI secolo, la carriera di questi simpatici personaggi non ha subito contraccolpi.

L’umarello oggi: la versione 3.0 è pronta!

Ogni volta che si parla di digitale e intelligenza artificiale, un coro si alza: alcuni lavori diventeranno obsoleti, altri saranno dimenticati. E quello dell’umarello?
Il problema non si pone, perché così come le nuove tecnologie si introducono nel mondo del cantiere, così le stesse possono offrire nuove opportunità anche alle figure non direttamente coinvolte nei lavori.
Cosa potrebbe esserci di meglio, per un “uomo in età pensionabile”, che seguire un cantiere dalla comodità del proprio salotto, senza il freddo che morde le articolazioni già scricchiolanti, senza dover respirare lo smog che rende invivibili le città, senza doversi recare sul posto di lavoro affrontando il traffico di strade sempre più congestionate?

Immaginiamo allora un sistema di webcam, in tutto e per tutto simile a quello consultato dagli sciatori per organizzare un weekend in montagna: gli occhi elettronici sono puntati verso cantieri dei più vari, dai piccoli edifici privati ai grandi complessi polifunzionali, dalle strutture alberghiere ai metanodotti… e pensate alla bellezza di poter scegliere ogni giorno un cantiere diverso!
Certo, si renderà poi necessaria l’implementazione di una qualche forma di comunicazione, almeno unidirezionale, tra l’umarello e gli operai, o almeno tra l’umarello e il capocantiere. Ma siamo certi che arriverà anche questa.

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La proposta innovativa di Sebach

Cambiano i tempi, cambiano le tecnologie, cambia anche la società. L’ISTAT ci dice che l’Italia è un paese sempre più vecchio, e se gli umarelli saranno prevedibilmente sempre di più, forse anche le loro esigenze si diversificheranno.

Da poche settimane Sebach ha presentato una nuova linea di prodotti: si chiamano Modular, sono moduli prefabbricati concepiti ragionando sulla massima flessibilità. Per dire, i moduli possono essere impilati, perché si faccia dello spazio a disposizione l’uso migliore possibile.
Li abbiamo fatti funzionali al massimo, perché possano essere utilizzati per allestire vere e proprie cittadelle temporanee adatte all’attività dei cantieri di grandi dimensioni. E li abbiamo fatti decisamente versatili, dato che ogni prefabbricato può essere a sua volta allestito per rispondere alla funzione di magazzino, ufficio, sala mensa, infermeria…

Ed eccoci al punto. Si potrà allestire proprio nel cantiere un pratico punto d’incontro per gli umarelli nel quale, al tepore di un termoconvettore, i nostri consiglieri potranno discutere di quello che hanno visto, ragionare sullo stato di avanzamento lavori, ricordare i bei tempi che furono: “ti ricordi quanto freddo prendevamo? A me la Cesira mi faceva una storia perché mi coprissi…”
Per noi la risposta è affermativa: davanti all’Umarello c’è un futuro roseo che si chiama Sebach Modular!