
Da cosa nasce cosa: quando conviene tenere d’occhio i media
Prima ancora di iniziare, un invito: impariamo tutti a leggere i segni che ci vengono dati dalla vita. Può tornare utile.
Un uomo baffuto, seduto in compagnia di una donna, dice a favor di camera questa frase: “adoriamo andare in crociera. Il cibo, la piscina, lo scivolo: che altro si poteva volere?” Questa storia inizia con un documentario Netflix, e con il suo trailer.
Poop Cruise, documentario della serie Trainwreck - la parola inglese che si usa per descrivere le situazioni in cui tutto va a rotoli (scusate la battuta) - ricostruisce un incidente accaduto nel 2013. Nel mezzo del viaggio verso i Caraibi, alla nave da crociera Carnival Triumph va a fuoco la sala macchine. La diretta conseguenza è che sull’imbarcazione, che ospita più di 4.000 persone, non c’è più corrente elettrica, il che significa - ci rifacciamo ancora al trailer - che “a bordo non funziona più niente.” Non funzionano le cucine, i frigoriferi, l’impianto di condizionamento. Non funzionano i giochi né le opere d’arte luminose, ma soprattutto non funzionano i bagni.
“Una cosa da film horror” (sempre il trailer, sì)
È possibile che stiate leggendo questo leggero articolo sotto l’ombrellone, e che probabilmente non abbiate molta voglia di sentire parlare di bagni intasati. Né soprattutto di bagni intasati che devono essere usati da migliaia di persone per un intervallo di tempo del quale non si conosce la fine.
5 giorni di deriva, 5 giorni di toilette inutilizzabili, 5 giorni di - beh, forse non è il caso di scendere nei dettagli più corporali, visivi e olfattivi. Vi basterà usare l’immaginazione.
Nel corso dell’incidente, i passeggeri filmano, raccontano. Finché possono, postano testimonianze dirette, che trasformano la disavventura in un caso mediatico globale. Sacchi neri usati come toilette? Oddio. Dietro alla nave si forma un codazzo di imbarcazioni cariche di giornalisti e telecamere. Perlomeno, gli autori del documentario hanno potuto contare su un bel po’ di materiale di prima mano.
Alla fine, la nave attracca al porto di Mobile, in Alabama. Le conseguenze? Traumi psicologici per i passeggeri, crisi di immagine per la compagnia Carnival Cruise, azioni legali a catena, obbligo a fare salatissimi investimenti nel campo della sicurezza. Infine, si è dovuto ribattezzare la Carnival Triumph, che ora naviga con il nome di Carnival Sunrise.
Chiamatela coincidenza…
Serendipità, oppure monito. Mentre il nostro articolista stava redigendo il pezzo che gli abbiamo commissionato - attenti come siamo ai lavori artistici che trattano il tema dei servizi igienici - un alert ha acceso lo schermo del suo telefono. Proprio in questo momento, al largo della costa pacifica americana, l’equipaggio della Navigator of the Sea sta combattendo contro un’epidemia di gastroenterite che ha colpito 140 dei quasi 4.000 passeggeri. Fortunatamente i bagni funzionano (anche perché in questi casi sono un bene ancora più essenziale), mentre da un norovirus - la causa della situazione - si guarisce naturalmente in pochi giorni. Che non si dica però che un avvertimento c’era stato..