Lifestyle - 07 feb 2024

Sanremo: vizi e virtù del festival più atteso dell’anno

Gli animi si scaldano, i commentatori si infervorano, i fan difendono e osannano, i critici criticano e detraggono. Benvenuti alla 74a edizione della kermesse musicale per eccellenza!

E se la platea ribolle di opinioni e giudizi, non osiamo immaginare quello che può succedere nella testa e nel cuore di chi calca il palco dell’Ariston. Di certo, data la posta in gioco, possiamo visualizzare il turbine emozionale e morale che d’improvviso deve scatenarsi nel cantante in gara, e che rischia di tradursi in scene inaspettate, gag involontarie e momenti cringe.
Paura e delirio sulla Riviera dei Fiori, insomma.
Rivanghiamo le più recenti edizioni con in mano il lanternino vizi.

I vizi sanremesi

Superbia

Volevamo ragionare sui look, cercare il più vanitoso ed estremo, ma gli outfit di Achille Lauro del 2020 - “rubati” a quattro personaggi storici, tra i quali nientemeno che David Bowie e la Regina Elisabetta I - vincono anche sulla più classica voglia di stupire con i centimetri di pelle esposta.

La lezione del passato. Celentano scandalizza il pubblico voltandogli le spalle: era il 1961.

Avarizia

Fanno sempre discutere i cachet di presentatori e ospiti. Relativamente a questi ultimi, la cifra considerata il top assoluto sono gli ottocentomila euro chiesti (pare) da Jennifer Lopez nel 2010.

La lezione del passato. Nel 2001 Brian Moltko, cantante dei Placebo, spacca tutto e scatena fischi e critiche di un pubblico che probabilmente tiene il mandolino dello zio emigrato come una reliquia (ma impolverata). In realtà, Moltko danneggia giusto una chitarra e una testata: poca roba, per il rock questo e altro!

Lussuria

Rosa Chemical, Fedez, quel bacio sulle labbra in diretta e uno dei due che la sera stessa dormirà su un triste, enorme divano griffato in un salotto di CityLife. Era solo l’anno scorso.

La lezione del passato. Rino Gaetano è il primo a pronunciare il televisione la parola “sesso”.

Invidia

Difficile parlare ancora di plagio nell’epoca dei campionatori e dei dj al gusto di intelligenza artificiale. In ogni caso, un’accusa di plagio - quella rivolta a Zitti e buoni dei Maneskin - ha scatenato una gogna mediatica nei confronti di un gruppo che si stava conoscendo un enorme successo, e ne avrebbe conosciuto ancora di più.

La lezione del passato. Una competizione inevitabilmente si porta dietro dubbi sulla veridicità dei propri meccanismi. Cavallo Pazzo è la figura mitica del Sanremo del 1992: sbuca fuori dal nulla, e dal palco annuncia che “il festival è truccato e lo vince Fausto Leali”. Non andrà così (e forse era tutto orchestrato).

Gola

Ultimo che canta la tristezza che segue a una rottura amorosa e confessa che “da tempo cucino e metto sempre un piatto in più per te” (2019), o Mahmood che nello stesso anno accusa chi “beve champagne sotto Ramadan”? Sembrano esserci poche gioie della tavola, negli ultimi anni sanremesi: peccato.

La lezione del passato. Più che cibo, il caffé, che sembra essere la bevanda più citata nei testi sanremesi. Premio insonnia a Alex Britti, che arriva ai 7000 caffè della canzone omonima.

Ira

Oh beh, dubbi non ce ne sono: la tenzone Morgan-Bugo del 2020 piglia tutto.

La lezione del passato. 1958, Domenico Modugno prende a pugni Johnny Dorelly per convincerlo a salire sul palco; poi vincono con nel blu dipinto di blu. Ma anche gli orchestrali che protestano, lanciando gli spartiti, quando il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Canonici vince la competizione.

Accidia

Il popolo di musicologi che alza l’auditel durante la settimana sanremese è in prima linea nell’accusa dei pezzi noiosi, dell’arrangiamento banalotto, del cantante che poteva sforzarsi un po’ di più e del duetto che non ci mettono abbastanza grinta. Ma in quanto ad accidia, nessuno batte il festival stesso: un evento dinosauro, vecchissima-scuola e indietro sui tempi, dicono molti critici, che dovrebbe cambiare ma che non ce la farà mai… eppure così prepotente da riuscire a diventare, per citare Arrigo Sacchi, “la cosa più importante tra le cose meno importanti”.
Dai, festival: promettici qualche cambiamento che valga la pena di essere visto, e facci sognare con concetti importanti - inclusività, femminismo, dibattito sociale, diritti - che non rimangano soltanto parole, parole parole.

La lezione del passato. Nessuna. Laura Efrikian, co-conduttrice dell’edizione del 1962, ha recentemente detto che “è come adesso, solo che allora era più povero e ora è più ricco. Stesse cose, i cantanti dietro bevono, si picchiano, si insultano. Si ubriacavano, tutti volevano del whiskey. Ci chiedevamo [noi presentatori] dove fossimo capitati.”