"Il nome delle cose". Quando dire Sebach è inevitabile.
All’inizio di tutto, quando il mondo era ancora senza parole, qualcuno – forse Dio, forse il destino – doveva nominare le cose. Dare un nome significava dare forma, esistenza, identità.
Una mela, appena colta: “Mela.” Un cane, impaziente: “Bau Bau… no, Cane.” E così via.
Ma poi, arriva l’oggetto non definibile: un bagno mobile. Troppo funzionale per essere solo “bagno”, troppo iconico per un nome generico. Allora chi nomina, esita. Prova. Sbaglia. Ride. Pensa.
E infine, con la solennità di chi ha trovato la parola giusta, pronuncia: “Sebach!”. Come se quel nome fosse già lì, in attesa, inevitabile.
Il video è una parodia epica dell’atto della creazione, una Genesi ironica in cui Sebach non è solo un marchio: è il nome giusto, quello che arriva dritto al punto, dai tempi dei tempi.
Nel momento del bisogno, da sempre.
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