Salute, Sostenibilità - 16 ott 2020

World Food Day: siamo quello che mangiamo?

“Siamo quello che mangiamo”. Ce lo dicono da sempre, ma cosa succede quando non puoi mangiare?

Dovremmo correggere l’equazione in “non mangi quindi non sei”?

Queste due frasi, nel mondo, sono ad oggi rappresentate entrambe. La prima, da chi dopo una giornata storta a lavoro può concedersi un tuffo impenitente nel junk food di fronte alla propria serie tv preferita…e la seconda da chi l’alimentazione è costretto a viverla ogni giorno come una lotta per la sopravvivenza.

A cercare una soluzione a questa disparità c’è la FAO, la Food and Agricolture Organization, fondata dall’ONU il 16 ottobre del 1945. Ed oggi, 16 ottobre, si celebra il World Food Day, una ricorrenza dedicata alle problematiche alimentari in tutte le sue forme: disponibilità del cibo, salubrità, produzione, etica.

Ma veniamo a noi.

FAO ci dice che con le nostre scelte possiamo influenzare sia il tipo di cibo che viene prodotto, che i metodi utilizzati per produrlo. Scelte giuste si traducono in sistemi produttivi più sostenibili, maggiore disponibilità di cibo per tutti e, in definitiva, un pianeta che può vivere meglio.

Un’alimentazione più sostenibile, insomma.

E proprio “sostenibilità” è una delle parole chiave del nuovo millennio. La sostenibilità ti avvicina alla natura. Ti fa pensare al futuro. Con la sostenibilità ci puoi anche costruire un koala alto 6 metri.

Quindi siamo quello che mangiamo, e siamo anche le scelte che facciamo.

Prova allora a seguire i consigli della FAO per un mondo alimentare più giusto: vedrai che ne guadagnerai in ogni ambito della vita!

 

1 - Passa a una dieta varia e salutare.

Quindi niente junk food (neanche di fronte a quella serie), ma neanche solo verdura cruda. Il tuo corpo è fantastico, ma perché dia il meglio devi dargli tanti carburanti diversi. Ma guarda te se nel 2020 devi dare ragione al “mangia un po’ di tutto” di tua nonna. Tieni poi conto che una dieta varia si traduce nella migliore performance in bagno.

2 -  Scegli km0 e di stagione.

Non conosci la soddisfazione di andare direttamente dal contadino a comprare la tua verdura? Allora ti stai perdendo uno dei piaceri della vita. Certo, devi imparare a non desiderare i pomodori a febbraio, ma ti assicuro che si può fare.

3 - Fai l’influencer.

Non ti chiedo di diventare cintura nera di stories, né di stringere contratti con un brand di creme anti-aging, ma solo di usare gli hashtag #WorldFoodDay e #FoodHeroes. Ti sarà difficile superare le views della nuova gravidanza della Chiara nazionale, ma la tua coscienza sorriderà.

4 - Rispetta il cibo.

Non starai ancora scostando dal piatto le zucchine che ti ha preparato mamma perché “non mi piace la roba verde”? Meno scarti = meno produzione = ritmi più accettabili per chi lavora la terra.

5 - Appoggia le aziende che mettono l’etica

sia nel rapporto con il cibo che vendono, che nei rapporti con i propri collaboratori. Questa non ha bisogno di spiegazione.

6 - Unisciti a iniziative locali

per la buona gestione del cibo, come le collette alimentari. Ci si conosce anche un sacco di bella gente.

7 - E poi, la parte più bella: coltiva il tuo orto

/giardino/terrazzo/pianta di pomodoro sul balcone o seme di avocado in barattolo. Il pollice verde piace a tutti, dà mille soddisfazioni, è argomento di conversazione e confronto, è rilassante, ti permette di mangiare sano ed equilibrato, di assumere vitamine e molte fibre: così, alla fine, anche il tuo intestino ti ringrazierà.